Poche idee, però confuse...
…sono quelle che in questo momento attraversano i pensieri del popolo giallorosso.
Dopo le schiarite dei giorni scorsi, la “situazione Roma” sembra ora essere improvvisamente precipitata in un clima surreale con scenari al momento (o all’apparenza?) indecifrabili.
Se le operazioni Marquinhos e Osvaldo avevano – per motivi più o meno condivisibili – un senso, in queste ultimissime ore si susseguono notizie di altre possibili operazioni in uscita che lasciano quantomeno perplessi.
La cessione di Erik Lamela – che sembrava un cosa impensabile nell’immaginario collettivo – sembra davvero a un passo dall’essere definita, mentre nel frattempo si accavallano ulteriori nomi: Pjanic, Marquinho e – addirittura! – De Rossi, seppure in prestito (anche se questa ci sembra davvero inventata di sana pianta).
Se tutto ciò ha scatenato una ovvia reazione di sconcerto con conseguente rabbia o rassegnazione presso gran parte dei tifosi, è pur vero che occorre riflettere un po’ più “a freddo” su alcuni aspetti.
Per prima cosa, è necessario ricordare ciò che disse il Presidente Pallotta non più di due mesi fa: “Tutti cedibili, tranne Totti”.
Un’affermazione che trovò d’accordo pressoché tutti i tifosi i quali, ancora freschi della pessima prestazione nella finale di Coppa Italia e del deludente finale di campionato, chiedevano proprio un rinnovamento fondamentale della rosa, che troppe volte aveva deluso le aspettative e mancato ogni appuntamento buono per raggiungere un pur minimo traguardo: si era detto di giocatori sopravvalutati, senza carattere, inadeguati a competere ad alti livelli.
Pertanto, se adesso arrivano offerte per chicchessia dei nostri calciatori, non si capisce perché non debbano essere prese in considerazione, qualora esse possano comunque servire al rafforzamento della squadra.
Per capirci, la cessione di Marquinhos, in assoluto, non è un bene. Ma, se rinunciando a lui posso avere Maicon e Benatia… ci sto!
Magari succede la stessa cosa anche in attacco e la partenza di Lamela si traduce con l’arrivo di uno di quei “colpi grossi” dei quali si è anche spesso parlato.
E del resto, se non bisogna mai cambiare la squadra che vince, significa che necessariamente occorre farlo con quella che non lo fa…
Infine, che l’insediamento di Pallotta abbia determinato un deciso cambio di rotta nella politica di calciomercato (non più “progetto giovani” ma “istant team”) è una cosa sotto gli occhi di tutti e in merito alla quale avevamo espresso il nostro compiacimento già nelle precedenti puntate di questo Blog.
La seconda considerazione da fare, parte proprio da un concetto che spesso viene usato come accusa contro l’attuale proprietà, e cioè che “gli americani” avrebbero acquistato la Roma e iniziato questa avventura nel calcio professionistico solo per guadagnare.
È infatti senz’altro così (e per quale altro motivo dovrebbero farlo?), ma è proprio questo che ci porta a pensare che tutto ciò che sta accadendo in questo momento, non è dovuto a un procedere ad occhi bendati prendendo e facendo a casaccio tutto come viene viene, bensì a una precisa strategia che mira, a giochi conclusi, al rafforzamento della squadra.
I guadagni veri, infatti, non arrivano con la cessione di questo o quel giocatore (per quanta plusvalenza possa generare) ma soltanto portando la società a piazzarsi stabilmente negli anni ai vertici del calcio italiano, europeo e mondiale.
Quindi, delle due l’una: o i nostri dirigenti sono tutti degli incompetenti (ricordiamoci che non è solo Sabatini a determinare le nostre fortune o disgrazie, ma ogni pedina dell’intero organigramma) che si stanno affondando da soli con le loro stesse mani, oppure invece si stanno muovendo in base a precise indicazioni e a tanti fattori che a “noi umani” non è dato conoscere (solo a titolo di esempio: direttive del tecnico che magari non vede nel giocatore “x” il fuoriclasse che vediamo noi, pretese economiche dei calciatori che sono insoddisfabili, necessità di entrate economiche per perfezionare acquisti importanti già definiti, e così via).
Pertanto, superati i primi attimi di smarrimento, l’invito è ancora lo stesso: non discutiamo di “chiacchiere” ma aspettiamo le notizie, non giudichiamo la campagna cessioni/acquisti prima che essa sia finita e se davvero bisogna tifare “solo la maglia”… tifiamola! Chiunque ci si infili dentro.
Canteremo fino alla morte… innalzando i nostri colooor!!!
[Alessandro - Brigata Orazio Pennacchioni]