Rome doesn't built in a day

18.02.2014 20:55

ROMOLO REMO

Il disfattismo è una peculiarità del mondo romanista, e la squadra lo ha ormai capito, sottolineato nel dopogara anche da Garcia,  nulla può essere concesso agli avversari anche al cospetto di cotanto materiale umano.

Domenica è ricominciata la marcia, no su Roma ma su Torino, alla disperata ricerca di recuperare più terreno possibile prima del fatidico scontro diretto, ed è ricominciata alla grande, con un Destro secco scagliato sul viso della compagine blucerchiata che pure era stata ottima per la prima mezz'ora della partita.

La Roma si ritrova a lottare contro un sistema spaventato dall'ormai imminente arrivo in cima nella scala gerarchica dell'Italia pallonara, ma quest'anno ha dovuto fare i conti anche con serpi in seno sempre più avvelenate, forse perché ad inizio stagione dormivano sonni tranquilli ripensando a ciò che era stato e a ciò che non sarebbe potuto mai essere.

Finti "curvaroli" che ad inizio campionato avrebbero firmato e brindato a "champagne e mortadella" (anche troppo per il loro stile) per arrivare almeno tra le prime cinque, e che oggi avendo assaggiato il caviale, sono diventati tutti sofisticati e schizzinosi quando saltuariamente sono costretti a ritornare al vecchio "pane e mortazza".

L'attitudine al ricavo di alcuni dei media più popolari nell'etere romano per parte della vecchia gestione societaria ha rotto un giocattolo notevole e per qualcuno è difficile mandare giù rospi che poco prima erano principi azzurri.

Ma questa è una storia banale e illecita per bocca nostra.

Noi vogliamo parlare di un'altra storia quella della prima Roma di Garcia che domenica sera ha rimarcato ancora una volta la sua potenza plenaria, e lo ha fatto contro una signora squadra (leggere la classifica della Sampdoria dall'arrivo di Mihajlovic) che ha messo in difficoltà e parecchia, anche la Juventus
allo Stadium, con assenze gravose (Totti, De Rossi, Dodò...) e senza l'apporto del pubblico del settore più caloroso dello stadio.

La classifica dice ancora che dopo la Juventus c'è la Roma, con la miglior difesa e uno dei primi attacchi, con torti arbitrali subiti con annessi omertosi silenzi delle piattaforme calcistiche, disposta a giocarsi il premio più sostanzioso fino all'ultimo sapendo di non poter guerreggiare ad armi pari.

Qualcuno ha dimenticato i cinque-sei punti guadagnati dagli juventini nel loro peggior scorcio di stagione, qualcun altro taccerà di solito piagnucolio, ma le immagini stanno là, troppo manifeste per non rimarcarle ad ogni occasione.

La pazienza del tifoso romanista sembra si tramuterà presto in risultati gioiosi, che certo non arriveranno magari al termine di questa stagione, ma che, vedendo le carte d'identità dei suoi calciatori più illustri si potranno protrarre per diversi anni a venire.

Il tempo ci dirà alla fine chi aveva ragione, ma il tempo per Roma e i romani ha già parlato in passato, segnando per sempre la nostra storia e insegnandoci che Roma non fu costruita in un giorno.

 

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